
|

|
Kant è il massimo esponente nell'Illuminismo tedesco,la sua filosofia è detta Criticismo in quanto consiste nell'analisi delle
possibilità e dei limiti delle facoltà umane,siano esse impegnate nella conoscenza,nella condotta morale,nel valutare la bellezza
o nel pensare l'ordine finalistico della natura. Nell'analisi delle possibilità conoscitive egli opera la sua rivoluzione
copernicana ossia pone al centro del sistema della conoscenza ,non più l'oggetto,come si era fatto precedentemente,bensì il
soggetto. L'oggetto della conoscenza non è altro che il prodotto dell'attività del soggetto che elabora i dati sensibili e
ne stabilisce i nessi.
I modelli conoscitivi si basano sui giudizi:le connessioni tra due concetti,l'uno con la funzione di soggetto,l'altro
di predicato. Il modello razionalista prevede dei giudizi analitici a priori,ossia principi innati che hanno le caratteristiche
di universalità e necessità ma che non arricchiscono la conoscenza in quanto nel giudizio analitico il predicato afferma qualcosa
già contenuto nel concetto del soggetto. Il modello empirista,invece,si basa su giudizi sintetici a posteriori,che non sono
universali e necessari ma garantiscono un accrescimento della conoscenza
in quanto il predicato aggiunge un'informazione nuova sul soggetto non contenuta in esso.
Kant afferma un nuovo modello conoscitivo fondato su giudizi sintetici a priori,che accrescano la conoscenza e allo stesso
tempo siano universali e necessari. Kant individua le forme a priori della conoscenza distinguendo e analizzando tre facoltà:sensibilità,intelletto
e ragione. La sensibilità rappresenta la prima “tappa” del processo conoscitivo;i dati sono intuiti e
ordinati mediante le forme pure e a priori di spazio e tempo. Lo spazio è la forma del senso esterno in quanto ordina unicamente
gli oggetti del mondo esterno,il tempo invece ordina anche il flusso della vita interiore ed è quindi la forma del senso interno.
L'intelletto organizza il materiale sensibile in un insieme di connessioni logiche e validità oggettive mediante dodici categorie(concetti
puri dell'intelletto):
categorie della quantità:unità,pluralità,totalità;
categorie della qualità:realtà,negazione,limitazione;
categorie della relazione:inerenza e sostanzialità,causalità e dipendenza,comunanza o reciprocità d'azione
categorie della modalità:possibilità/impossibilità,esistenza/non esistenza,necessità/contingenza
Le categorie devono a loro volta far capo ad un'unità superiore che le coordini tutte. Questa unità è l'io penso ed è
una coscienza non individuale ma trascendentale,ossia una condizione necessaria della possibilità di pensare l'esperienza
quindi comune ad ogni soggetto pensante. E' appercezione pura in quanto auto coscienza dell'unità del pensare;ogni rappresentazione
è ricondotta all'unità formale della coscienza grazie alla rappresentazione io penso che l'accompagna. Kant ipotizza l'esistenza
di un'attività inconscia che colleghi sensibilità e intelletto;quest'attività è l'immaginazione trascendentale che,attraverso
schemi temporali predispone i dati dell'esperienza in modo da potervi applicare le categorie dell'intelletto.
Ciò che noi conosciamo sono i fenomeni,ossia le cose così come ci appaiono in funzione di sensibilità e intelletto. Ciò
che invece non possiamo conoscere ma che è solo pensabile,le realtà in sé delle cose alle quali i fenomeni rimandano,sono
i noumeni.
La ragione è la facoltà che presume di poter andare al di là di ogni esperienza possibile e si avvale di idee trascendentali,cioè
concetti non riferibile a oggetti di un'esperienza possibile.
La pretesa di applicare le categorie dell'intelletto al noumeno è alla base della metafisica. Essa ha l'obbiettivo di
unificare e regolare finalisticamente tutti i fenomeni della nostra esperienza mediante le idee di Anima,Mondo;Dio. L'idea
di anima è oggetto della psicologia razionale ed prodotto di un paralogismo.
L'errore è nella confusione tra l'io penso e l'anima. Di questa non abbiamo nessuna esperienza;l'io penso è conoscibile
solo in funzione all'attività che svolge,non sappiamo cosa sia indipendentemente dai fenomeni. L'idea del mondo come totalità
compiuta dei fenomeni è oggetto della cosmologia razionale e conduce ad antinomie della ragione,contraddizioni insolubili.
Nella sua totalità il mondo non potrà mai entrare in una nostra esperienza in quanto essa è sempre condizionata spazio-temporalmente.
L'idea di Dio è oggetto della teologia razionale,che cerca di dimostrarne l'esistenza con tre prove(ontologica,cosmologica
e fisico-teleologica),ma l'esistenza non si dimostra,bensì si mostra mediante le forme della sensibilità:solo i fenomeni si
mostrano all'esperienza;inoltre il concetto di causa è valido se applicato per collegare tra loro dati dell'esperienza. Quindi
Kant giunge alla conclusione che non è possibile né affermare né negare l'esistenza di Dio. Le idee svolgono comunque una
funzione regolativa in quanto sollecitano il pensiero a dare,al suo campo d'indagine la maggior estensione possibile. Secondo
Kant la legge morale si fonda sulla ragione;l'agire dell'uomo si basa sulla libertà ossia la possibilità di assumersi la responsabilità
delle scelte compiute. La ragione impartisce due tipi di prescrizioni:l'imperativo ipotetico,che impone un determinato corso
dell'azione per raggiungere un fine specifico; e l'imperativo categorico nel quale un'azione viene comandata perché necessaria
a se stessa,indipendentemente dal risultato che ne consegue(dovere per il dovere). Esso si esprime in tre formule:
la regola dell'azione morale deve avere la forma dell'universalità;
l'uomo deve essere considerato come fine e mai come mezzo;
l'uomo è legge a se stesso,principio della legge morale universale.
Solo l'imperativo categorico consente un giudizio morale. La conformità alla legge morale costituisce la virtù;essa tuttavia
non comporta sempre felicità la quale è invece soddisfacimento delle inclinazioni sensibili. Per superare quest'antinomia
e rendere possibile la sintesi tra virtù e felicità, Kant ricorre ai postulati della ragion pratica;ossia principi non dimostrabili
ma necessari perché sia possibile una dimostrazione. I postulati che pone Kant sono:libertà,immortalità dell'anima e esistenza
di Dio. La libertà è indispensabile in quanto fondamento stesso della vita morale;l'immortalità dell'anima è necessaria in
quanto la conformità completa della volontà con la legge morale richiede un processo che va all'infinito;Dio permette di avere
la felicità per merito. I tre postulati consentono quindi di accedere al sommo bene.
Per Kant la morale è il fondamento della religione e non il contrario. La via aperta dal dovere indica cosa bisogna fare
per promuovere una società etica,retta da principi virtuosi. Si tratta di una Chiesa invisibile,una coscienza interiore,di
cui la Chiesa visibile vuole essere la rappresentante.
Il male secondo Kant,è un'inevitabile conseguenza della libertà,è scaturito dalla possibilità sempre aperta di scegliere
la via opposta da quella dettata dal dovere. Esprime la debolezza della natura umana e ostacola la possibilità di affermare
pienamente la legge morale nel mondo.
Kant cerca di conciliare inoltre il determinismo della scienza con il postulato della libertà morale. Il punto di connessione
tra il mondo della natura e quello della moralità viene individuato nel sentimento;facoltà che si trova in una posizione intermedia
tra intelletto e ragion pratica. Esso poggia sul giudizio riflettente che riflette sulle realtà empiriche considerandole dal
punto di vista del fine; a differenza del giudizio determinante con cui si determinano,sul piano conoscitivo,i fenomeni mediante
le leggi dell'intelletto. Il giudizio riflettente è una considerazione soggettiva della realtà,legata al sentire. Si distinguono
due diversi tipi di giudizio riflettente:
giudizio estetico,nel quale il soggetto intuisce una data realtà come armonicamente costituita,secondo un'interna finalità
che la accorda con il soggetto stesso suscitandogli piacere;
giudizio teologico,nel quale il soggetto pensa la natura e l'ordine delle cose presente in essa come orientati ad un fine.
Il giudizio estetico può essere a sua volta di due tipi riguardando sia il bello che il sublime. Il bello ha a che fare
con una forma,un limite;mentre il sublime riguarda l'illimitato,l'informe. La bellezza si valuta in funzione del sentimento
che le cose suscitano in noi e si esprime attraverso il giudizio di gusto. Il sublime presuppone un piacere negativo che si
ha, nello squilibrio tra immaginazione e ragione(sublime matematico):l'immaginazione,rispetto all'infinita grandezza della
natura,tende a proseguire all'infinito senza mai poter essere compresa nella sua totalità; e nel timore generato dalla potenza
della natura(sublime dinamico),essa provoca in noi un senso di debolezza ma allo stesso tempo consapevolezza di superiorità
sul piano morale. L'arte è produzione,creazione del bello;in alcuni individui questa capacità di creare cose belle implica
una dote particolare:il genio.
Il giudizio teologico si estende a tutta la natura e all'ordine delle cose e Dio è considerato l'autore dei fini. Questo
finalismo non è dimostrabile sul piano conoscitivo. L'autonomia umana è alla base anche del pensiero politico di Kant,di orientamento
liberalista. Secondo Kant la società è caratterizzata dall'antagonismo. Tuttavia anche se riluttante l'uomo ha la tendenza
ad unirsi in società perché ha bisogno di sottostare a una volontà universalmente valida,impostata da un padrone. Questo si
identifica nel diritto,che è una limitazione della libertà di ciascuno in modo che si accordi con la libertà di ogni altro.
Egli propone l'idea di una divisione dei poteri e afferma la necessità di uno stato repubblicano che sia basato su tre principi
della ragione: libertà,uguaglianza davanti alla legge,indipendenza dell'individuo in quanto cittadino(capacità di essere partecipe
al potere legislativo). La pace sarebbe possibile con la realizzazione di un mercato globale,una costituzione repubblicana,un
federalismo di liberi stati,il dovere dell'ospitalità unirversale.
KANT
Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!
Kant è il massimo esponente nell'Illuminismo tedesco,la sua filosofia è detta Criticismo in quanto consiste nell'analisi
delle possibilità e dei limiti delle facoltà umane,siano esse impegnate nella conoscenza,nella condotta morale,nel valutare
la bellezza o nel pensare l'ordine finalistico della natura. Nell'analisi delle possibilità conoscitive egli opera la sua
rivoluzione copernicana ossia pone al centro del sistema della conoscenza ,non più l'oggetto,come si era fatto precedentemente,bensì
il soggetto. L'oggetto della conoscenza non è altro che il prodotto dell'attività del soggetto che elabora i dati sensibili
e ne stabilisce i nessi.
I modelli conoscitivi si basano sui giudizi:le connessioni tra due concetti,l'uno con la funzione di soggetto,l'altro
di predicato. Il modello razionalista prevede dei giudizi analitici a priori,ossia principi innati che hanno le caratteristiche
di universalità e necessità ma che non arricchiscono la conoscenza in quanto nel giudizio analitico il predicato afferma qualcosa
già contenuto nel concetto del soggetto. Il modello empirista,invece,si basa su giudizi sintetici a posteriori,che non sono
universali e necessari ma garantiscono un accrescimento della conoscenza
in quanto il predicato aggiunge un'informazione nuova sul soggetto non contenuta in esso.
Kant afferma un nuovo modello conoscitivo fondato su giudizi sintetici a priori,che accrescano la conoscenza e allo stesso
tempo siano universali e necessari. Kant individua le forme a priori della conoscenza distinguendo e analizzando tre facoltà:sensibilità,intelletto
e ragione. La sensibilità rappresenta la prima tappa del processo conoscitivo;i dati sono intuiti e ordinati mediante le forme
pure e a priori di spazio e tempo. Lo spazio è la forma del senso esterno in quanto ordina unicamente gli oggetti del mondo
esterno,il tempo invece ordina anche il flusso della vita interiore ed è quindi la forma del senso interno. L'intelletto
organizza il materiale sensibile in un insieme di connessioni logiche e validità oggettive mediante dodici categorie(concetti
puri dell'intelletto):
categorie della quantità:unità,pluralità,totalità;
categorie della qualità:realtà,negazione,limitazione;
categorie della relazione:inerenza e sostanzialità,causalità e dipendenza,comunanza o reciprocità d'azione
categorie della modalità:possibilità/impossibilità,esistenza/non esistenza,necessità/contingenza
Le categorie devono a loro volta far capo ad un'unità superiore che le coordini tutte. Questa unità è l'io penso ed è
una coscienza non individuale ma trascendentale,ossia una condizione necessaria della possibilità di pensare l'esperienza
quindi comune ad ogni soggetto pensante. E' appercezione pura in quanto auto coscienza dell'unità del pensare;ogni rappresentazione
è ricondotta all'unità formale della coscienza grazie alla rappresentazione io penso che l'accompagna. Kant ipotizza l'esistenza
di un'attività inconscia che colleghi sensibilità e intelletto;quest'attività è l'immaginazione trascendentale che,attraverso
schemi temporali predispone i dati dell'esperienza in modo da potervi applicare le categorie dell'intelletto.
Ciò che noi conosciamo sono i fenomeni,ossia le cose così come ci appaiono in funzione di sensibilità e intelletto. Ciò
che invece non possiamo conoscere ma che è solo pensabile,le realtà in sé delle cose alle quali i fenomeni rimandano,sono
i noumeni.
La ragione è la facoltà che presume di poter andare al di là di ogni esperienza possibile e si avvale di idee trascendentali,cioè
concetti non riferibile a oggetti di un'esperienza possibile.
La pretesa di applicare le categorie dell'intelletto al noumeno è alla base della metafisica. Essa ha l'obbiettivo di
unificare e regolare finalisticamente tutti i fenomeni della nostra esperienza mediante le idee di Anima,Mondo;Dio. L'idea
di anima è oggetto della psicologia razionale ed prodotto di un paralogismo.
L'errore è nella confusione tra l'io penso e l'anima. Di questa non abbiamo nessuna esperienza;l'io penso è conoscibile
solo in funzione all'attività che svolge,non sappiamo cosa sia indipendentemente dai fenomeni. L'idea del mondo come totalità
compiuta dei fenomeni è oggetto della cosmologia razionale e conduce ad antinomie della ragione,contraddizioni insolubili.
Nella sua totalità il mondo non potrà mai entrare in una nostra esperienza in quanto essa è sempre condizionata spazio-temporalmente.
L'idea di Dio è oggetto della teologia razionale,che cerca di dimostrarne l'esistenza con tre prove(ontologica,cosmologica
e fisico-teleologica),ma l'esistenza non si dimostra,bensì si mostra mediante le forme della sensibilità:solo i fenomeni si
mostrano all'esperienza;inoltre il concetto di causa è valido se applicato per collegare tra loro dati dell'esperienza. Quindi
Kant giunge alla conclusione che non è possibile né affermare né negare l'esistenza di Dio. Le idee svolgono comunque una
funzione regolativa in quanto sollecitano il pensiero a dare,al suo campo d'indagine la maggior estensione possibile. Secondo
Kant la legge morale si fonda sulla ragione;l'agire dell'uomo si basa sulla libertà ossia la possibilità di assumersi la responsabilità
delle scelte compiute. La ragione impartisce due tipi di prescrizioni:l'imperativo ipotetico,che impone un determinato corso
dell'azione per raggiungere un fine specifico; e l'imperativo categorico nel quale un'azione viene comandata perché necessaria
a se stessa,indipendentemente dal risultato che ne consegue(dovere per il dovere). Esso si esprime in tre formule:
la regola dell'azione morale deve avere la forma dell'universalità;
l'uomo deve essere considerato come fine e mai come mezzo;
l'uomo è legge a se stesso,principio della legge morale universale.
Solo l'imperativo categorico consente un giudizio morale. La conformità alla legge morale costituisce la virtù;essa tuttavia
non comporta sempre felicità la quale è invece soddisfacimento delle inclinazioni sensibili. Per superare quest'antinomia
e rendere possibile la sintesi tra virtù e felicità, Kant ricorre ai postulati della ragion pratica;ossia principi non dimostrabili
ma necessari perché sia possibile una dimostrazione. I postulati che pone Kant sono:libertà,immortalità dell'anima e esistenza
di Dio. La libertà è indispensabile in quanto fondamento stesso della vita morale;l'immortalità dell'anima è necessaria in
quanto la conformità completa della volontà con la legge morale richiede un processo che va all'infinito;Dio permette di avere
la felicità per merito. I tre postulati consentono quindi di accedere al sommo bene.
Per Kant la morale è il fondamento della religione e non il contrario. La via aperta dal dovere indica cosa bisogna fare
per promuovere una società etica,retta da principi virtuosi. Si tratta di una Chiesa invisibile,una coscienza interiore,di
cui la Chiesa visibile vuole essere la rappresentante.
Il male secondo Kant,è un'inevitabile conseguenza della libertà,è scaturito dalla possibilità sempre aperta di scegliere
la via opposta da quella dettata dal dovere. Esprime la debolezza della natura umana e ostacola la possibilità di affermare
pienamente la legge morale nel mondo.
Kant cerca di conciliare inoltre il determinismo della scienza con il postulato della libertà morale. Il punto di connessione
tra il mondo della natura e quello della moralità viene individuato nel sentimento;facoltà che si trova in una posizione intermedia
tra intelletto e ragion pratica. Esso poggia sul giudizio riflettente che riflette sulle realtà empiriche considerandole dal
punto di vista del fine; a differenza del giudizio determinante con cui si determinano,sul piano conoscitivo,i fenomeni mediante
le leggi dell'intelletto. Il giudizio riflettente è una considerazione soggettiva della realtà,legata al sentire. Si distinguono
due diversi tipi di giudizio riflettente:
giudizio estetico,nel quale il soggetto intuisce una data realtà come armonicamente costituita,secondo un'interna finalità
che la accorda con il soggetto stesso suscitandogli piacere;
giudizio teologico,nel quale il soggetto pensa la natura e l'ordine delle cose presente in essa come orientati ad un fine.
Il giudizio estetico può essere a sua volta di due tipi riguardando sia il bello che il sublime. Il bello ha a che fare
con una forma,un limite;mentre il sublime riguarda l'illimitato,l'informe. La bellezza si valuta in funzione del sentimento
che le cose suscitano in noi e si esprime attraverso il giudizio di gusto. Il sublime presuppone un piacere negativo che si
ha, nello squilibrio tra immaginazione e ragione(sublime matematico):l'immaginazione,rispetto all'infinita grandezza della
natura,tende a proseguire all'infinito senza mai poter essere compresa nella sua totalità; e nel timore generato dalla potenza
della natura(sublime dinamico),essa provoca in noi un senso di debolezza ma allo stesso tempo consapevolezza di superiorità
sul piano morale. L'arte è produzione,creazione del bello;in alcuni individui questa capacità di creare cose belle implica
una dote particolare:il genio.
Il giudizio teologico si estende a tutta la natura e all'ordine delle cose e Dio è considerato l'autore dei fini. Questo
finalismo non è dimostrabile sul piano conoscitivo. L'autonomia umana è alla base anche del pensiero politico di Kant,di orientamento
liberalista. Secondo Kant la società è caratterizzata dall'antagonismo. Tuttavia anche se riluttante l'uomo ha la tendenza
ad unirsi in società perché ha bisogno di sottostare a una volontà universalmente valida,impostata da un "padrone".
Questo si identifica nel diritto,che è una limitazione della libertà di ciascuno in modo che si accordi con la libertà di
ogni altro. Egli propone l'idea di una divisione dei poteri e afferma la necessità di uno stato repubblicano che sia basato
su tre principi della ragione: libertà,uguaglianza davanti alla legge,indipendenza dell'individuo in quanto cittadino(capacità
di essere partecipe al potere legislativo). La pace sarebbe possibile con la realizzazione di un mercato globale,una costituzione
repubblicana,un federalismo di liberi stati,il dovere dell'ospitalità unirversale.
|

|

|